Riprodotto dal sito web trotskysmo.blogspot.com
IL Partido Obrero argentino sta vivendo una crisi interna, ormai irreversibile, tra la maggioranza del Partito guidata da Solano e Pitrola e la minoranza che vede come principale esponente Jorge Altamira, le tensioni si sono aperte al pubblico con l’ingresso all’interno del FIT (Fronte della Sinistra dei Lavoratori, cartello elettorale e non solo di forze trotskyste) di un’altra componente l’MST. Allargando gli attori principali del Fronte da 3 organizzazioni a 4.
L’ampliamento del FIT per la minoranza interna del PO ha rappresentato un passo indietro verso il programma rivoluzionario “moderando” le rivendicazioni dello stesso. Altamira ha criticato la nuova dirigenza del PO di “elettoralismo”. Solano e Pitrola hanno risposte alla critiche di Altamira accusando il “vecchio” leader di “personalismo”.
Altamira anche se duramente sconfitto nell’ultimo congresso del PO (la sua proposta ha raccolto poco più del 20% e molto poco a Buenos Aires) ha continuato a proiettare le sue posizioni pubblicamente per mezzo dei social come “l’assemblea costituente” che a mo’ di mantra ripete dal 2001.
IL Punto di svolta, la precipitazione verticale della frattura del PO si è avuta quando poco tempo fa il gruppo di Altamira ha formalizzato la richiesta di costruzione di Frazione Pubblica nel PO, la maggioranza ha risposto picche ed è iniziata tra le parti il gioco dello scarica barile su chi rompe e con chi.
Altamira ha denunciato una sorta di «espulsione» dal partito, mentre la maggioranza del PO per bocca di Gabriel Solano e Romina del Plá hanno sostenuto che il leader storico del PO vuole agire come una forza indipendente senza rispettare il centralismo del Partito.
Ora in questa vicenda che tutto è tranne che un chiaro confronto politico ove si scontrano idee opposte ma al contrario si configura come una battaglia su più piani ove le posizioni politiche servono a nascondere posizioni personali : chi dirige chi e cosa?
IL dramma è uno e uno solo: la rottura di una forza politica importante come il PO.
Questo rischia di incrinare il duro lavoro svolto sino ad ora dal FIT in Argentina. La Forza del FIT è una forza reale che agisce e incide nella lotta di classe in Argentina e non può e non deve essere scalfita da mere diatribe interne sotto il pretesto del centralismo democratico.
Se il problema fosse il “centralismo democratico” come accusa Altamira la questione non si sarebbe dovuta porre perché è noto che Altamira e company non hanno il metodo del centralismo democratico, questo è un finto problema (è una categoria dello spirito il centralismo democratico nel PO). IL Partido Obero da Pitrola tutto ad Altamira ha una visione del centralismo democratico assolutamente soggettivo e ne fa un uso inclinato in funzione delle proprie ambizioni, ricordo che per più di 15 anni hanno gestito il CRQI (dal 2004) sia Altamira che Pitrola come il “giardino di casa propria” non svolgendo mai un congresso, espellendo senza discussioni chiunque si opponesse (realmente e non ) alla loro visione di partito. E’ curioso che oggi, come una «dantesca legge del contrappasso» che entrambe le forze s’incolpano di ipercentralismo e non rispetto delle minoranze… la cosa oltre a far sorridere è ovviamente surreale e credibile quanto un astemio in vacanza all’Oktoberfest .
Credo che il problema ad oggi si debba risolvere con l’assunzione di responsabilità di tutti non per la loro organizzazione ma per la classe operaia perché, indipendentemente dalle differenze di visioni che si hanno e si dicono di avere il FIT è una forza , come giustamente afferma Izquierda Socialista “che lotta contro le politiche dei padroni, del FMI, contro la burocrazia sindacale e rivendica il un governo dei lavoratori”.
In questo quadro esistono tre categorie di compagni che dovrebbero fare una seria riflessione:
1) Altamira e la sua frazione che dovrebbe accettare le minoranze e accettare di essere minoranza, altrimenti è solo “bonapartismo”
2) La maggioranza del PO che prima di appellarsi al senso del partito e delle democrazia dovrebbe rivedere la sua gestione del CRQI e cospargersi la testa di cenere.
3) Chi pensa che questo dibattito sia utile alla ricostruzione della Quarta fa errore gravissimo anteponendo nei fatti il “manovrismo” alla costruzione di una sana organizzazione democratica rivoluzionaria.
Oggi rilanciare la Quarta internazionale vuol dire battersi in modo netto e frontale contro la Casa Bianca, contro i Putin, contro gli imperialismi europei contro le schegge staliniste camuffate sotto la bandiera dell’euroscetticismo.
Una sana organizzazioni trotskysta deve indirizzare i suoi sforzi alla ricostruzione della Quarta Internazionale . Su questa strada si commettono naturalmente degli errori ma da questa strada non si deve uscire altrimenti si rischia d’ imboccare scorciatoie che poi si rivelano e si sono sempre rivelate nella storia canonicamente come dei vicoli ciechi. Anzi l’esperienza proprio del CRQI ha insegnato quanto questo impegno, aperto e senza mascherature strumentali, settarismi ideologici e programmatici sia intimamente connesso alla lotta di classe.
La Rifondazione della Quarta è un lavoro necessario e non può avvenire come semplice sommatoria delle singole organizzazioni (ed inserirsi in modo opportunistico nelle contraddizioni delle singole organizzazioni) ma deve essere il frutto di una sana discussione basata sul centralismo democratico e sull’unità d’intento.
E.G.
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