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COMPAGNE E COMPAGNI DESAPARECIDOS E ASSASSINATI DEL PST PRESENTI!
Lo scorso 24 marzo Izquierda Socialista si è mossa in occasione dell’anniversario del Golpe militare. Lo ha fatto portando in piazza la bandiera che testimonia le centinaia di caduti del glorioso PST – Partido Socialista de los Trabajadores, di cui l’organizzazione argentina è la continuatrice.
Il PST soffrì gli attacchi del terrorismo di Stato e continuò la militanza contro la dittatura. Per questo ebbe più di 100 detenuti-desaparecidos.
La repressione contro il Partito già era iniziata prima del 1976. C’erano stati già assassini durante il governo Peron con le squadracce della Triple A [1]. L’arrivo della dittatura significò per il PST la sua proscrizione e il passaggio definitivo alla clandestinità. In clandestinità il Partito assunse come compito quello di intervenire nella lotta di classe per sconfiggere la dittatura. Ciò sarebbe stato possibile solo attraverso l’azione delle masse, del movimento operario organizzato e non delle avventure guerrigliere come quelle che erano state organizzate dai Montoneros o dall’ERP. Di fronte allo scenario che presentava la dittatura militare, il PST continuò la pubblicazione dei suoi giornali, in clandestinità ovviamente, avvicinandosi ai luoghi di lavoro, ai quartieri, alle università. I compagni e le compagne del PST, sempre con precauzione, continuarono organizzando riunioni politiche, passandosi i materiali nascosti nei pacchetti di sigarette o di erba mate. Nello stesso tempo, si interveniva e si dava appoggio ai vari conflitti operai, come quello dei portuali del novembre 76, dei metalmeccanici del marzo 76, quello di Luce e Forza (1976-77) e quelli del trasporto ferroviario con gli scioperi. Allo stesso tempo si lottava a fianco dei familiari dei desaparecidos, partecipando alle azioni degli organismi dei diritti umani, visitando e difendendo i prigionieri politici ed organizzando campagne a livello nazionale ed internazionale, esigendo la libertà e la fine delle sparizioni. Tali episodi furono incrementati qualitativamente durante la dittatura genocida, fino all’ultima desaparecida del PST, Ana Maria Martinez, sequestrata e assassinata nel febbraio del 1982. Le lotte iniziali ed i contrasti crescenti, canalizzati dalla mobilitazione operaia e dalla sconfitta militare delle Malvinas, segnarono la fine della dittatura. Fu una rivoluzione democratica, con alla testa la lotta operaia e popolare che abbatté una dittatura sanguinosa. Ogni compagno e compagna caduti vivono nelle lotte dove c’è Izquierda Socialista con un solo obiettivo: la costruzione del socialismo e di un governo di lavoratori. I compagni di IS marciano per loro, ripudiando gli assassini ed i torturatori, per il giudizio e la condanna di tutti i responsabili militari e dei loro complici civili. Contro la cupola della Chiesa delatrice e torturatrice, che benedisse gli assassini giustificando i crimini contro l’umanità commessi. Come disse Nahuel Moreno: “morirono per quello che erano: socialisti, rivoluzionari e internazionalisti legittimi”. La militanza, la gioventù, le donne di IS insieme alla UIT continuano a lottare, quarantasei anni dopo con e per i martiri del PST, per un mondo senza sfruttatori né sfruttati: un mondo socialista.
1 La Triple A (Alleanza Anticomunista Argentina) di Juan Domingo Peron commise gravi atti di violenza come il massacro di La Plata o quello di Pacheco dove numerosi militanti vennero assassinati.