In un reportage realizzato nell’agosto del 1985 e pubblicato per la prima volta nel 1988 (Esbozo biográfico. Cuadernos de Correo Internacional), Moreno ha definito il significato di essere trotzkista. In generale, significa difendere i principi del socialismo, del marxismo. Vale a dire, i trotskisti oggi sono gli unici difensori, a mio avviso, delle vere posizioni marxiste.
Cominciamo col capire cosa significa essere veramente marxisti. Non se ne può fare un culto, come è stato fatto per Mao o Stalin. Essere un trotzkista oggi non significa essere d’accordo con tutto ciò che ha scritto o ciò che ha detto Trotsky, ma riuscire a fare delle critiche o superarlo, come Marx, Engels o Lenin, perché il marxismo ha la pretesa di essere scientifico e la scienza insegna che non ci sono verità assolute. Questa è la prima cosa, essere il trotzkista significa essere critici, persino del trotzkismo stesso. Nella sua accezione positiva, essere un trotzkista significa rispondere a tre analisi e posizioni programmatiche chiare. La prima è che finché esiste il capitalismo nel mondo o in un paese, di fondo non c’è una soluzione a nessun problema: iniziare con l’educazione, l’arte e raggiungere i problemi più generali della fame, della crescente miseria, ecc. . Insieme a questo, anche se non è esattamente la stessa cosa, il criterio che una lotta spietata contro il capitalismo è necessaria per rovesciarlo, per imporre un nuovo ordine economico e sociale al mondo, che non può essere altro che il socialismo. Secondo problema, in quei luoghi in cui la borghesia è stata espropriata (parlo dell’URSS e di tutti i paesi che rivendicano il socialismo), non c’è via d’uscita se non si impone la democrazia dei lavoratori.
Il grande male, la sifilide del movimento operaio mondiale è la burocrazia, i metodi totalitari che esistono in questi paesi e nelle organizzazioni operaie, i sindacati, le parti che rivendicano la classe operaia e che sono stati corrotti dalla burocrazia. E questo è un grande successo di Trotsky, che è stato il primo ad usare questa terminologia, che oggi è universalmente accettata. Tutti parlano della burocrazia, a volte anche dei governanti di questi stati che chiamiamo lavoratori. Finché non ci sarà una democrazia più ampia, il socialismo non potrà essere costruito. Il socialismo non è solo una costruzione economica. L’unico che ha fatto questa analisi è il trotskismo, ed è stato anche l’unico a trarre la conclusione che era necessario fare una rivoluzione in tutti questi stati e anche nei sindacati per ottenere la democrazia dei lavoratori. E la terza domanda decisiva è che è l’unica coerente con l’attuale realtà economica e sociale mondiale, dove un gruppo di grandi aziende transnazionali domina praticamente l’intera economia mondiale.
Dobbiamo rispondere a questo fenomeno economico-sociale con un’organizzazione e una politica internazionale. In questa era di movimenti nazionalisti che credono che tutto possa risolversi nel proprio paese, il trotskismo è l’unico che dice che esiste solo una soluzione a livello dell’economia mondiale che inaugura il nuovo ordine, che è il socialismo. Per questo, è necessario tornare alla tradizione socialista dell’esistenza di una internazionale socialista, che si occupi della strategia e delle tattiche per ottenere la sconfitta delle grandi corporazioni transnazionali che dominano il mondo intero, per inaugurare il socialismo mondiale, che sarà globale o altrimenti non ci sarà. Se l’economia è globale, ci deve essere una politica mondiale e un’organizzazione mondiale dei lavoratori in modo che ogni rivoluzione, ogni paese che fa la sua rivoluzione, la estenda su scala mondiale, da un lato; e dall’altra parte, deve lavorare per garantire sempre maggiori diritti democratici alla classe operaia, così che sia lei a prendere in mano il suo destino attraverso la democrazia.
Il socialismo non può essere altro che globale. Tutti i tentativi di creare un socialismo nazionale sono falliti, perché l’economia è globale e non ci può essere una soluzione economico-sociale dei problemi entro i confini nazionali di un paese. Chi deve essere sconfitto sono le transnazionali su scala mondiale per entrare nell’organizzazione socialista mondiale. Ecco perché la sintesi del trotskismo oggi è che i trotzkisti sono gli unici al mondo che hanno un’organizzazione mondiale (piccola, debole, in qualsiasi modo la si voglia definire) ma l’unica internazionale esistente, la Quarta Internazionale, che riprende tutta la tradizione delle precedenti internazionali e la aggiorna di fronte ai nuovi fenomeni, ma con la visione marxista: che è una lotta internazionale.
Traduzione di Martina Chessari